STENOSI URETRALE

è patologia molto frequente nel sesso maschile e consiste in un restringimento dell'uretra (l'ultimo tratto delle vie urinarie), che può essere dovuto a traumi, infezioni, cateterizzazioni o tumori. La stenosi può interessare la parte terminale o la parte prossimale dell'uretra.

Questi consistono nella difficoltà di svuotare completamente la vescica spesso associata alla comparsa di infezioni.

La diagnosi di stenosi uretrale si basa sull'anamnesi e sulla visita clinica. L'esame delle urine può evidenziare la presenza di infezione. Di notevole importanza è l'Uroflussimetria con valutazione del residuo post-minzionale: quest'esame permette di misurare l'entità del flusso urinario e la sua morfologia e successiva valutazione della quantità di urine che permangono dopo la minzione. La cistouretrografia retrograda permette invece di valutare attraverso i raggi X e il mezzo di contrasto la sede e l'entità della stenosi.

Il trattamento della stenosi uretrale è prevalentemente chirurgico. Il trattamento mini-invasivo o endoscopico consiste nella dilatazione della stenosi mediante dilatori uretrali o mediante un endoscopio (cistoscopio) dove la stenosi viene direttamente tagliata attraverso una piccola lama o un laser (uretrotomia interna). Il successo della procedura dipende dall'entità della stenosi. Generalmente restringimenti minori di 1-2 cm si risolvono in più del 50% dei casi. I pazienti che sviluppano recidiva dopo uno o più trattamenti endoscopici sono indirizzati verso la ricostruzione chirurgica (uretroplastica). Questa consiste nella rimozione chirurgica della stenosi e nella sutura dei due monconi (Uretroplastica di Anastomosi). Il tratto rimosso può essere sostituto da un lembo di mucosa buccale, un tessuto molto resistente ed in grado di sostituire la mucosa dell'uretra. Questi ultimi interventi chirurgici richiedono però una forte motivazione del paziente.